"L'ambizione è cambiare la storia di questo continente. Non ci dobbiamo accontentare di mandare a casa Conte, Renzi e Di Maio, che tanto andranno a casa. Nei libri di storia non ci sarà una virgola su di loro", ha dichiarato Matteo Salvini durante il Congresso della Lega. Condividiamo (cosa che produce un qual certo ribrezzo) l’opinione del senatore Salvini riguardo l’inutilità storica dei “politici” citati nonché il giusto oblio che inevitabilmente ne conseguirà; d’altro canto auspichiamo che, diversamente, la storia, la quale funge da sistema immunitario della nostra società, si ricordi a lungo del senatore Leghista e di tutta la sua congrega di inetti cosicché, nel caso di un ulteriore contatto negli anni a venire, gli anticorpi culturali siano in grado di evitare un nuovo attacco diarroico politico-sociale con conseguente imbrattamento diffuso (esperito da tutti il tristemente noto “effetto spruzzo” prodotto dalla dissenteria) di rifiuti organico-politici quali quelli prodotti dal morbo leghista. La successiva affermazione del nostro “La Lega è immortale” andrebbe quindi, per mera motivazione semantica, sostituita con “la Lega non è debellabile”, per lo stesso principio per cui non risulta corretto dichiarare “il colera è immortale”. Tuttavia noi siamo da sempre ottimisti e, convinti nel credere che una cura esista, confidiamo nel vecchio adagio per cui la speranza è l’ultima a morire; e se muore in genere è di dissenteria.
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